giovedì 23 novembre 2017

Blog Tour... Puoi sentire la notte?

Buongiorno a tutti!
Ecco a voi la mia tappa per il Blog Tour
"Puoi sentire la notte?" di Paolo Costa.
Ringrazio sentitamente la casa editrice Milena Edizioni per la professionalità, la gentilezza e la disponibilità.
Ringrazio inoltre l'autore per il tempo che mi ha concesso.


*** La mia intervista a Paolo Costa***



Ciao, Paolo, benvenuto su LoveLiveLifeBook
Ciao, Rita, e grazie per avermi dato il benvenuto sul tuo blog!

Il piacere è tutto mio, soprattutto perché sono davvero curiosa di sapere da dove viene una persona così solare!
Be' vengo dalla Sicilia, precisamente da Trapani. Ormai non vivo più lì da un paio di mesi, ma è pur sempre casa ed è lì che sono cresciuto, con due genitori dall'animo giovane e amiche folli tanto quanto me!

I tuoi genitori come hanno preso la tua decisione di scrivere libri a tematica LGBT?
Come ho già detto e adoro ripetere, i miei genitori hanno uno spirito molto giovane, sempre pronto ad affrontare cose nuove e a stare al passo con i tempi. Quando hanno saputo di me e di ciò che avrei pubblicato, il nostro legame si è consolidato ancora più di prima, tanto che adesso passiamo le serate assieme come se fossero anche loro amici miei.

Dalla tua risposta devo intuire che tu sia gay dichiarato, oppure un etero dalle larghe vedute?
Gay dichiarato, ormai non c'è anima viva che non lo sappia!

Oddio, scusa, mi sa che ti è toccata una blogger che ha sentito parlare del libro ma poco del suo autore!
Figurati, di me per fortuna non si parla ancora molto, anche se ho cominciato io stesso a parlare di me da pochi mesi grazie all'accoglienza di un blog meraviglioso su cui adoro scrivere: Assittata in Pizzo!

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro? Ma soprattutto come ti sei sentito mentre lo scrivevi?
Ho scritto questo romanzo per evadere dalla delusione del primo amore, andato parecchio male. Scriverlo mi ha fatto stare bene, perché nella mia mente ho avuto chiaro sin dall'inizio quale fosse la storia da raccontare, e quale storia evitare invece. In fin dei conti, mi son limitato a immaginare quello che avrei voluto io per me stesso e per gli altri attorno a me, e l'ho impresso su carta per i miei lettori.

“Puoi sentire la notte?” è un libro che dà speranza a due ragazzi, e che alla fine ha dato forza anche a te di superare un’esperienza dolorosa. Si può affermare allora che uno dei due personaggi ha il tuo carattere?
Entrambi hanno pezzi del mio carattere, ma Kevin più di Stefano ha pezzi del carattere di altre persone a me vicine, a cui ho voluto dare coraggio affinché riuscissero ad amare se stessi senza nascondersi per compiacere gli altri.

Il compiacere gli altri è una caratteristica che molti ragazzi, per paura di ammettere cosa provano tendono ad assumere. Come ti senti quando vedi ragazzi che per compiacere gli altri annientano se stessi?
Mi sento triste per loro, ma non li biasimo né li rimprovero, principalmente perché io non sono nessuno per pormi con superiorità contro loro, ma soprattutto perché li capisco perfettamente. La società di oggi va avanti a percorrere sentieri sempre più bui, che nessuno potrà mai prevedere. 
È pericoloso esporsi e lo è ancora di più essere se stessi, quando questo va contro la corrente attuale.

Sei un autore emergente, in un campo “quello dei romanzi male to male” in cui si sono lanciati in tanti, e in tanti hanno detto la loro. Cosa pensi possa dare il tuo libro rispetto a quello degli altri?
Il mio libro parla direttamente ai giovani, colpendoli con una dura realtà ma tenendoli per mano, senza lasciarli mai da soli in situazioni difficili. Regala speranza ma senza esagerare, e lancia il chiaro messaggio che uscire allo scoperto va bene, perché ci permette di amarci e lasciare che qualcun altro ci ami per quello che siamo. Rivolgersi ai ragazzi non è cosa da poco, anzi credo che sia una delle cose più importanti degli ultimi tempi, e in giro sugli scaffali italiani ho visto pochissimi romanzi del genere “male to male” per giovani adulti.

Sugli scaffali italiani è difficile vedere libri male to male, da ragazzo gay, che li scrive anche, questo come ti fa sentire?
Hai ragione, assolutamente.
Quando ci rifletto, un po' distrattamente, mi sento amareggiato. Sembra che sia troppo difficile far emergere romanzi del genere senza creare troppo scalpore, e la cosa mi dispiace parecchio, perché ci sono romanzi di questo genere molto validi in America e nessuno qui in Italia li prenderà mai in considerazione.

Nella tua risposta dici anche che è giusto uscire allo scoperto e amarsi per quello che si è. È attuale la notizia di molti ragazzi che uscendo allo “scoperto” sono stati cacciati di casa: se potessi cosa diresti a questi genitori che hanno accantonato l’amore per i loro figli?
Ai genitori di questo tipo, purtroppo, parlare serve poco. Io vorrei soltanto che ricordassero cosa significa mettere al mondo un figlio, e soprattutto che non ci sono regole in famiglia, perché un figlio va amato per quello che è, dal momento che sarà comunque pieno di soddisfazioni e con una strada davanti uguale a quella di chiunque altro.

Bisogna ammettere, purtroppo, che fra coloro che leggono MM molti si aspettano storie con tanto sesso e basta, e quando non c’è li puoi sentire quasi puntare il dito. Secondo te il sesso è importante? Oppure un libro se ben scritto può farne a meno?
Il sesso nei libri non è fondamentale, ma se parliamo di storie d'amore, allora confesso che potrebbe arricchire un'opera. Odio quando si sfocia nel volgare e nel monotono, come ormai succede spesso in molti romanzi new adult, per questo io evito di scrivere scene dettagliate e animalesche. C'è del sentimento dietro al sesso, così come una marea di pensieri e riflessioni. Perché non trattare anche quel lato?

Una domanda a Paolo il lettore; secondo te cosa manca agli autori italiani e cosa hanno in più rispetto agli autori americani per quanto riguarda i Romance male to male ?
Se devo essere sincero, non ho mai letto un romance male to male italiano, mentre di americani ne ho letti parecchi e ho notato che tutti riescono a mescolare perfettamente delle tematiche importanti della comunità LGBT, senza sfociare nel banale e senza appesantire l'esperienza di lettura.
Non ho mai avuto l'occasione di leggere una produzione italiana, ma addentrandomi soltanto adesso in questo mondo, probabilmente, ci sguazzerò dentro e non mi tirerò indietro.

Come mai non hai letto nulla degli autori italiani? C’è qualche cosa che ti blocca? In America hanno un approccio molto differente per quanto riguarda anche solo la comunità Lgbt, un approccio che in Italia non abbiamo, e le tematiche — anche le più forti — vengono affrontate mentre in Italia tendiamo a nasconderle.
Per quanto riguarda tematiche forti, so per certo che autori come Vincenzo Restivo e Valerio La Martire hanno scritto romanzi di grande successo, con argomenti abbastanza scottanti e molto apprezzati dalla critica e dai lettori. Punterò molto presto alle loro opere!

Il tuo libro parla di forza, rinascita e di voglia di vivere davvero, hai affermato che parla anche un po’ di te, puoi dirci se hai intenzione di continuare a scrivere male to male oppure pensi che potrai scrivere anche di altro?
Posso rivelarti, in totale confidenza, che sto scrivendo un altro romanzo di formazione molto autobiografico stavolta. Il protagonista è un giovane omosessuale alle prese con la fine della sua storia più importante, ma non sarà un romance né un vero e proprio “male to male”. Vedrete presto! Sto anche progettando uno stand-alone fantasy che ha per protagonista una ragazza e le sei guardie a lei affidate, ma è un'idea ancora molto lontana dal presente e dai prossimi progetti.

Quali sono le tue ambizioni? E di cosa sei più orgoglioso? 
Il mio più grande progetto nella vita è riuscire a fondare una realtà editoriale molto solida nella mia terra natale, la Sicilia. Mi piacerebbe fondare una casa editrice che si occupi di autori locali, autori italiani e autori stranieri di grande successo. Ho notato che le case editrici del sud sono sempre indipendenti e difficilmente riescono a farsi una grande cerchia di clienti, il che non gli permette di ampliare il catalogo. Il mio sogno più grande è far sì che la mia casa editrice sia al pari delle più grandi come Mondadori e Rizzoli. Per adesso, sono orgoglioso di quello che sto facendo, scrivendo le mie storie per una casa editrice grandiosa e con una qualità eccellente che raramente ho trovato in altri romanzi, e traducendo le storie degli autori che si affidano a me per far sentire le proprie storie anche qui in Italia.

Qual è il tuo libro preferito e perché? 
Il mio romanzo preferito è una storia per ragazzi, si chiama “Ti Darò il Sole” ed è stato scritto da Jandy Nelson e pubblicato in Italia dalla Rizzoli. È una storia stupenda sulla rabbia adolescenziale, sul crescere e affrontare i cambiamenti, superando i propri traumi e le paure più grandi, soprattutto quella di aprirsi e lasciarsi guardare per quello che si è veramente. Mi ha colpito tantissimo e mi ha soprattutto commosso, per questo lo consiglio sempre a chiunque mi capiti di parlarne.

Cosa hai imparato su te stesso come autore? 
Come autore, la cosa più importante che ho imparato è stata aprirmi e versare me stesso nelle mie storie, cosa che non ero riuscito a fare con "Puoi Sentire la Notte?" e che sto facendo adesso, mentre scrivo la mia prossima storia. Non è sempre facile mettere i pezzi più importanti di se stessi in una storia, però ho deciso di affrontare questo mio piccolo limite e ce la sto mettendo tutta per dare il massimo anche in questa sfida personale

In che modo la tua vita di lettore influenza o caratterizza la tua vita di scrittore?
Be', nel modo più scontato di tutti: leggere un romanzo mi fa capire come scrivere la mia storia, spesso dandomi uno spunto diverso, ossia spingendomi a evitare quel determinato cliché o a capovolgerlo quasi interamente, per dare spazio a una dinamica totalmente nuova o bizzarra che nessun lettore ha mai letto o si aspetterebbe mai di leggere.

Qual è la tua citazione preferita sulla scrittura?
La mia frase preferita sulla scrittura è un breve aforisma di Voltaire: «La scrittura è la pittura della voce». La trovo molto veritiera e soprattutto evocativa, perché spesso tutto ciò che pensiamo o che non abbiamo il coraggio di esprimere, lo scriviamo anche tenendolo per noi stessi. Infinite volte, io stesso, ho sentito il bisogno di lasciar scorrere i pensieri e scrivere qualsiasi cosa mi passasse per la mente, anche solo premendo tasti a caso del mio portatile. Mi ha aiutato tantissimo a tirar fuori la rabbia o la tristezza, ma anche la gioia e l'euforia del momento. Non sono bravo a dipingere, purtroppo questo lo sanno tutti, e il massimo che saprei fare sarebbe un omino stilizzato con degli stecchi al posto degli arti, eppure so scrivere, mi piace farlo e per me è un atto di amore verso se stessi, perché ci aiuta a sfogare quello che si ha dentro.

Leggendo il tuo libro sono rimasta molto colpita dalla forza che hai dato ai tuoi personaggi, devo dire che mi hai colpito davvero tanto, c'è qualcuno a cui ti sei ispirato per creare questa determinazione?
Be', la forza più grande me l'hanno data le donne della mia vita, come scritto sulla dedica. Mia madre e mia sorella, con cui condivido lo stesso sangue e con cui ho condiviso la stessa casa per gran parte dei miei anni; le ho viste lottare con le mani e con i denti, contro tutte le difficoltà che le hanno messe a dura prova. Ho visto come si sostenevano a vicenda, nel bene e nel male, e ho visto come un rapporto conflittuale veniva messo da parte per amore del loro rapporto. Sono coraggiose, sono forti, sono degli uragani che nessuno è mai riuscito a fermare perché sono fiere di essere quello che sono. E potrei dire lo stesso delle mie amiche, ormai le mie sorelle, pezzi del mio cuore nel vero senso della parola. Tolte loro, di me resterebbe poco e niente. Mi hanno dato tanta forza con il loro sorriso, la loro compagnia, il loro amore insegnandomi a essere sempre me stesso. Ho infuso questi insegnamenti e questi messaggi anche nei miei personaggi, per trasmetterli ai lettori che sono riusciti ad affezionarsi a loro, legandoli forte al cuore. Mi piace pensare che abbiano imparato ad essere dei veri e propri muri indistruttibili contro le difficoltà.

Un altro punto che mi ha davvero lasciato il sorriso sulle labbra è la dolcezza dell'epilogo, cosa hai provato nello scriverlo?
Ho provato un enorme senso di completezza. Per me, la storia di Stefano e Kevin non poteva finire altrimenti. C'era amicizia, prima del loro amore, e c'è ancora nel loro rapporto quel senso di scherzo che li ha contraddistinti e legati negli anni. Ho voluto lasciare al lettore lo spazio per immaginare come siano andate le cose tra loro negli anni, mostrandogli quanto siano ancora legati e innamorati l'uno dell'altro. Avevo un po' le lacrime agli occhi, negli ultimi momenti in cui ho corretto le pagine dell'epilogo, devo ammetterlo. Mi è dispiaciuto lasciar andare questi due personaggi, i primi che io abbia mai inventato, ma sono anche contento di averli affidati ai miei lettori e alla loro memoria. Spero che possano avere uno spazio adesso nel cuore di chiunque li abbia amati.

Se potessi descrivere il tuo libro "Puoi sentire la notte?" in tre parole quale useresti?
Il mio romanzo è potente, reale e profondamente umano. Potente perché ha la forza di lanciare il messaggio giusto ai lettori, adulti o giovani che siano; è reale perché attinge a uno spaccato di vita vera, che purtroppo molti omosessuali vivono quotidianamente; è profondamente umano, perché ha il solo scopo di colpire al cuore della gente con una sincerità e una genuinità unica.





Informazioni sull'autore:
Paolo Costa Nasce nel 1997 a Trapani, sulla punta estrema della Sicilia dove risiede, studia Mediazione Linguistica e Interculturale all' Università degli Studi di Palermo. Si occupa di traduzioni per conto di autori americani che hanno scelto di autopubblicarsi.
Questo è il suo primo romanzo, grazie al quale è riuscito a elaborare un periodo complicato della sua vita.




Puoi sentire la notte?

Stefano vive la sua vita giorno per giorno. Schiacciato dalla perdita della sua più cara amica e con la consapevolezza di essere fuori posto, in un mondo che sembra stargli stretto, cerca di sopravvivere senza sentire il peso dei fallimenti che gli gravano sulle spalle. Con attorno una famiglia che sembra non conoscerlo più, tutto ciò che Kevin vorrebbe è restare nascosto nel suo “armadio”, lontano da qualsiasi sguardo. Bloccato in una vita che non vuole, con un lavoro incerto, cerca di superare ogni giornata senza versare l'ultima goccia che potrebbe finire per inondare tutto il suo mondo. Due ragazzi diversi, due realtà opposte, un incontro esplosivo. Affronteranno l'amore, o resteranno nascosti dentro l'armadio?




Tappe del Blog Tour 

Presentazione libro più estratti sul blog


Presentazione dei personaggi sul blog 

L'amore opposto, quell'amore che può far bene e male sul

Intervista all' autore 
Love Live Life Book

Recensione, approfondimento genere LGBT e conclusione nel blog 

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